venerdì 16 febbraio 2007

Buonanotte, amore.

Ti guardo dormire accanto a me.

Osservo quella fronte liscia, ampia, che mi piace accarezzare con un polpastrello, da tempia a tempia; quel deciso accenno di barba, che da sempre mi solletica mento e collo quando mi baci, crepita come carta velina. Mi stupisce la scoperta di piccoli fili bianchi, i primi da quando ci conosciamo. La linea greca del tuo naso la conosco fin nei minimi particolari: le mie dita l'hanno seguita milioni di volte per poi scendere dalle narici alle guance e poi alle rughe d'espressione vicino alla tua bocca.

Succhio l'indice per poi passarlo sulle mie labbra e sulle tue. Morbide entrambe, sottili. Le forzo per sentire i denti e la lingua ed esco di nuovo, lasciando una scia di lumaca sulle gote, lungo il collo.
Non voglio baciarti. Non voglio svegliarti. Voglio solo osservarti, toccarti leggera come non si può nella fretta dei giorni, quando ci sfioriamo appena senza il ricordo del contatto.
Mi eccita saperti addormentato, indifeso. Posso esplorarti, usare i sensi per sentirti nella penombra della stanza, come un cieco che ricostruisce un corpo o un oggetto mescolando tatto e memoria.

La mia mano aperta è sul tuo torace. La tenerezza lascia velocemente il passo al desiderio. Mi inumidisco le labbra, golosa. Vorrei alzare le lenzuola, piegare la testa e baciarti la pancia, le gambe, il membro. Sarebbero piccoli baci delicati, prima, più urgenti, poi.
Tu respiri tranquillo. Rimani immobile, vittima inconsapevole delle mie peregrinazioni notturne.

Indugio ancora. Vorrei toccarti l'asta, la immagino tenera, vulnerabile, quieta parte del riposo del suo padrone. Con un dito ne traccio i contorni lungo l'attaccatura delle gambe. Tu nel sonno divarichi leggermente le cosce, mi faciliti l'impresa.
Sei bello da toccare. Morbido e duro, resistente e cedevole al tempo stesso.
Mi faccio coraggio e seguendo il suono del tuo respiro appoggio la mano sul tuo sesso.

E' inaspettatamente acciaio e fuoco.
Adesso ti voglio. Potrei salire su di te, sorprenderti e prenderti, lasciarti entrare dentro di me con la precisione di una lama, decidere io sola i ritmi e i tempi di questo balletto, stringerti fra le gambe e lasciarti svegliare sbalordito nel flash dell'orgasmo.

E poi mi tocco. Le cosce aperte, spalancate. Sei un fantasma nella mia mente. Un riassunto di fantasie e scopate violente. Sento il tuo odore, la tua erezione.
Mi tocco immaginandoti, moltiplicandoti per due, per quattro, per mille. Mi sforzo di non fare rumore ma il piacere cresce, gonfia il mio sesso come il tuo, le labbra aperte e umide, pronte per un tuo bacio immaginario. Vengo. Tremo. Soffoco i respiri sempre più veloci, mi manca il fiato.

Adesso riprenderei quel lento viaggio sul tuo corpo, percorrendolo all'inverso per finire sulla tua fronte liscia, ampia. Sarebbe ancora più dolce toccarti il viso mentre il ventre gode ancora.

Mi giro di fianco e mi accorgo di tenerti ancora stretto. Nella foga del piacere le mie dita si sono chiuse su di te come una morsa involontaria. E adesso lui scalpita e pulsa e finalmente esplode e trabocca nella mia mano.

Alzo il lenzuolo, chino la testa e lo bacio, leggera.

Buonanotte, amore.

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