domenica 18 febbraio 2007

Germania - Portogallo 3-1

All’inizio di quest’estate, durante i mondiali di calcio, stavo da un paio di mesi con Barbara. Aveva venticinque anni, un corpo asciutto in cui il poco seno era compensato da un culo sodo in maniera impertinente. Faceva un sacco di palestra. Diceva di avere un culo da maschio, anzi da ragazzino, ma non mi sono mai posto il problema: mi piaceva, glielo accarezzavo mentre chiacchieravamo, glielo stringevo quando ci baciavamo e, se si metteva a leggere un libro nuda sul letto a pancia in giù, arrivavo quatto quatto e glielo mordicchiavo foderando i denti con le labbra.
Se mi piacessero soltanto le donne (o le ragazze), sarei un maniaco sessuale; ma mi piace particolarmente anche il calcio e quindi mi ritengo più normale di quel che potrei credere a prima vista, per certi versi mi ritengo più italiano medio. Per fortuna Barbara – che pure causava altri problemi dei quali non voglio parlare – aveva di bello due cose: la disponibilità a far sesso in qualsiasi istante glielo chiedessi (alle volte anzi ero io a rifiutare, perché alla lunga ci si stanca) e il preciso intento di non rifiutare quando volevo andare al pub a vedere le partite; anzi, visto che c’erano i mondiali, di tanto in tanto ne approfittava per accompagnarmi. Altrimenti mi spediva lì con un bacetto.
La sera di sabato 8 giugno, ad esempio, non sapevamo che fare e, pensa che ti ripensa, mi ricordo che c’era la finale per il terzo posto: eravamo talmente concentrati su Italia-Francia che ce n’eravamo dimenticati. Serata persa per serata persa, tanto valeva fare un salto al pub, prendere una birretta, guardare la partita e darci qualche bacio nel quarto d’ora d’intervallo (era una nostra abitudine: ce ne scappavamo sul retro del pub e limonavamo come due adolescentelli; poi tornavamo dai nostri amici come se niente fosse). Le chiesi se il progettino le andesse bene. “Mi va bene”, rispose. “E poi stanotte voglio il tuo culo.” “Lo avrai.”
Eravamo talmente rilassati che avevamo insistito perché venisse con noi un’amica comune, per Barbara quasi una sorellina. Sia chiaro, con l’amica non sarebbe successo niente perché sia io sia Barbara, per quanto sessuomani, non avremmo mai nemmeno minimamente pensato a coinvolgerla nei nostri giochi. Insomma, era una serata in tutta innocenza, e la presenza della comune amica stava lì a provarlo.Però io non potevo togliermi di mente la promessa strappata a Barbara: il suo culetto, che lei continuava a trovare troppo maschile per i suoi gusti, non l’avevo ancora conquistato. Mi ero limitato, di scopata in scopata, prima a carezzarne i contorni del buchino, poi a infilare un dito esplorativo, quindi (quando eravamo proprio in confidenza) a metterle sempre il cazzo davanti e due dita dietro. D’altra parte, quando ancora ci conoscevamo relativamente poco, le avevo chiesto come le piaceva venire e Barbara aveva risposto: “Dipende dall’orgasmo...se è clitorideo... se è vaginale... anale...”, e aveva lasciato il discorso in sospeso. La fantasia mi aveva preso subito e un pomeriggio per passare il tempo mi ero limitato a masturbarla proprio lì: lei nuda a quattro zampe e io completamente vestito, con aria quasi annoiata. Con mia somma sorpresa, era venuta senza nemmeno toccarsi davanti. Alle volte mi sorprendeva, infatti, alle volte mi faceva paura; ma era la mia ragazza, e finché ho potuto ho fatto bene a tenermela.
Insomma eravamo nel pub a guardare la partita e in men che non si dica la Germania vinceva 2-0. Eravamo praticamente gli unici clienti perché era ancora molto presto, invece della telecronaca diffondevano una musichetta soffusa, la comune amica e io ridacchiavamo commentando la pettinatura dell’arbitro mentre Barbara si rollava una sigaretta.
A dire il vero avevo provato a sodomizzarla, piuttosto maldestramente in verità, la prima notte in cui andammo a letto insieme. Meglio ancora, più che provarci gliel’avevo chiesto, visto che mi pareva estremamente collaborativa. Aveva sgranato gli occhi e mi aveva risposto: “Il culo? La prima notte? Magari poi non vorrai nemmeno sposarmi.” L’aveva buttata lì come battuta e s’era messa a ridere, però mi era parso il caso di lasciar cadere l’argomento fino a che non fosse tornato a galla da solo. O fino a che non glielo proposi come diversivo per il dopopartita: per questo mi stupì, ancora una volta, la naturalezza con cui accettò.
Era una cara ragazza Barbara: intelligentissima, alle volte un po’ ingenua, piena di vitalità ma senz’alcuna manualità pratica. Tanto per dire, mentre si rollava una sigaretta due volte su tre la faceva cadere. La Germania faceva polpette del Portogallo e la sigaretta mezza chiusa cadde. Con un balzo felino (aveva un po’ della gatta, in effetti) Barbara si piegò sotto il tavolo per riprenderla ma, già che c’era, mi posò una mano sul cazzo. Lì, con la comune amica a mezzo passo di distanza! Feci finta di niente mentre mi dette una stretta. Poi riemerse e mi guardò dritto nel fondo degli occhi.Io disinvoltamente mi voltai verso la comune amica e le indicai un giovane centrocampista tedesco. “È giovanissimo, è molto bravo, sentirai ancora parlare di lui.” “E ci credo”, risponde l’amica, “ha già segnato due volte stasera, ma stai guardando la partita o no?”. La stavo guardando, ovviamente, ma tutto si era cancellato al momento della stretta; perché, al minimo contatto del cavallo dei miei pantaloni col palmo della mano di Barbara, si cancellò ogni interesse per il calcio e vidi quello che mi avrebbe aspettato di notte. Vidi i baci. Vidi i vestiti lasciati cadere. Le mutandine tirate giù coi denti. La sua lingua sui miei capezzoli. Io e Barbara completamente nudi. Lei che mi dice: “Ti ho fatto una promessa, vero?”. Io che le premo dolcemente la faccia sul cuscino. Lei che sporge il culo verso di me chiedendomi ancora una volta se non lo trovo un po’ maschile. Io che le spremo sul palmo della mano un po’ della sua crema contro il freddo. Lei che ride e voltandosi di tre quarti me la spalma sul cazzo duro. Io che esploro il suo buco con un dito, con due, con tre. “Ora basta giocare, lo voglio dentro”. Vidi me che spingevo, vidi il culo di Barbara inghiottirmi e tenermi per sé, mentre lei mi sedeva di fianco, l’amica ordinava un’altra birra media e il Portogallo riduceva le distanze.

3 commenti:

anneheche ha detto...

molto bello, ben scritto e sensuale. mi è piaciuta la descrizione del sedere di lei :)

Gisel_B ha detto...

molto carino. ma che bravo!

A-Woman A-Man ha detto...

Culo e calcio...
Beh, il culo è molto meglio!
:o)