giovedì 19 aprile 2007

Lineare A, lineare B

Sarà che sono sempre stato precoce, sarà che sono sempre stato maiale, ma fatto sta che ricordo distintamente di essermi eccitato da bambino, più o meno in quarta o quinta elementare, quando la maestra ci ha spiegato i cretesi. Voi direte: perché? Perché leggendo con attenzione il sussidiario avevo scoperto che a Creta le nobildonne andavano in giro con una scollatura piuttosto ampia, o quanto meno ampia a sufficienza da lasciar scoperto tutto il seno.
Sicuramente sono sempre stato un maiale perché ricordo di aver passato un intero pomeriggio (ma quanti anni avrò avuto? nove? dieci? Dovrei vergognarmene, a pensarci bene) a studiare – ehm – le fotografie degli affreschi del palazzo reale di Micene, in cui di donnine scollate, per quanto necessariamente stilizzate, ce n’era in gran quantità. Ora, immaginate quanto possa essere erotico un sussidiario di scuola elementare e, oltre a concludere che con ogni probabilità vado internato in una clinica specializzata, cercate di capire che non mi eccitava tanto l’immagine in sé e per sé, microscopica vaga e sfocata, quanto l’idea soltanto che le donne potessero andare in giro completamente vestite e, contemporaneamente, con le tette di fuori.
Ammetto che questa faccenda dei vestiti delle nobildonne è l’unica nozione che mi è rimasta riguardo alla storia di Creta (e probabilmente riguardo alla storia in generale). Durante le medie devo aver dedicato qualche sega ai poveri cadaveri sfatti da millenni delle nobildonne che – maestose e immagino profumate – avevano offerto il petto agli sguardi degli ospiti del palazzo reale. Poi grazie a Dio crescendo si studiano sempre meno cose, così al liceo Creta era bella che dimenticata, e con essa le donnine. Tutt’al più mi assaliva qualche vago sentore d’eccitazione quando tizio o caio mi diceva che andava in vacanza a Creta; al che io me lo figuravo a passeggio per una stradina piena di signore e signorine che mostravano le tette senza vergogna alcuna, anzi con eleganza.

Ok, questo dovrebbe essere un blog porno e non un blog storico, quindi ravvivo subito la situazione. La faccenda delle nobildonne cretesi m’è tornata in mente guardando la copertina di Donna di Cuori, in cui per quanto l’abito fosse incontestabilmente medievale e per nulla miceneo, m’è parso subito chiaro che ero di fronte a un’incarnazione della mia infantile fantasia: la donna elegante e altera, vestita di tutto punto, col seno scoperto.


L’attrice si chiama Asia D’Argento, ed è molto meglio dell’originale senza la D’. Ho rovistato nella sua filmografia (Palle in Canna e Cara Maestra soprattutto) e ho scoperto che evidentemente l’associazione d’idee con le nobildonne cretesi non dev’essere venuta solo a me, poiché in buona parte delle sue copertine è sempre perfettamente vestita tranne quella scollatura innaturalmente scesa, quei bottoni criminalmente sbottonati a mostrare tutto il suo ben di Dio.

Ho sempre pensato che per capire se una donna è veramente eccitante non bisogna vederla nuda. Con spirito assolutamente empirico, ho via via compulsato centinaia di foto di Asia D’Argento per arrivare a due conclusioni irrefragabili.





La prima: Aisa D’Argento, paradossalmente, più è vestita meglio è. Il massimo risalto del suo erotismo si ottiene per contrasto fra il seno scoperto e il filo di perle, o il pizzo scostato, o la blusa squarciata. È la controprova che la donna non è un’animalessa qualsiasi (dalla giraffa all’ircocerva) alla quale basta andare in giro nuda perché qualcuno se la fotta – e che al contrario lo stesso vestito può essere ridicolmente ributtante su una donna ed elegantemente arrapante su un’altra. Ne consegue che il mondo è regolato da una profonda ingiustizia intrinseca, ma ci adegueremo.



La seconda: le tette di Asia D’Argento sono una O di Giotto. Sono divine, non v’è macchia né difetto alcuno. Saranno rifatte? Non me ne frega, l’importante è che siano rifatte bene – pensate a quanta gente è uscita peggiorata dalla sala operatoria. Da un lato guardate la forma, la simmetria, il bilanciamento. Non mi era mai capitato prima di vedere tette che, su uno schermo di computer, assumevano profondità tale da sembrare possibile toccarle, premere, giocarci. Poi guardate i capezzoli prominenti, le areole ovoidali, in perfetta proporzione aurea col resto del seno: ad avere le tette grosse sono buone (quasi) tutte, ad avere i capezzoli perfetti no.


Ulteriormente, un paio di tette così bisogna saperlo portare: e i requisiti per portare tette del genere sono uno sguardo leggermente incattivito (per controbilanciare psicologicamente l’affetto materno che sprizza – metaforicamente spero – dalle tette medesime) e una pettinatura sempre impeccabile (per controbilanciare fisicamente la gravità delle tette con una leggerezza indotta dai capelli sottili, lisci o eventualmente appena mossi). Asia D’Argento ha tutti i requisiti; Asia D’Argento ha le tette perfette, a dimostrazione che le tette medesime sono state create per venire mostrate e che bisogna necessariamente rivedere buona parte dei nostri giudizi storici in favore delle nobildonne cretesi. Ne consegue che il mondo, apparentemente regolato da una profonda ingiustizia intrinseca, ha in realtà in sé stesso un principio di perfezione e di consolazione, di cui le copertine di Donna di Cuori, Cara Maestra e Palle in Canna rendono una parziale ma ragionevole idea.
Ora scusate se smetto di fare il critico d’arte, ma non riesco più a tenere le mani sulla tastiera.








7 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel post. Lo sai che il mio primo ricordo "erotico" risale a quando vidi l'ombelico Raffaella Carrà (si parla del 1972 più o meno)? Fu in quell'occasione che collegai la nudità alle reazioni che avevo nel basso ventre... Poi iniziai a sfogliare il catalogo Postal Market, con le modelle che mostravano il reggiseno e le mutande (perché a quei tempi si parlava ancora di mutande, anche per le donne). Ah, bei ricordi!

diavolo ha detto...

Ma bel post per quello che ho scritto o per le foto scollacciate? ;)

Comunque il tema è affascinante: qual è il primo ricordo di erotismo ancora inconscio, e quali sono le cose che anni o decenni dopo lo fanno riemergere? Discussione aperta...

Anonimo ha detto...

Bel post perché mi ha dato la possibilità di far riemergere il mio primo pensiero erotico... ma anche per le foto! Comunque, le foto porche si trovano un pò ovunque in Internet invece i blog scritti bene, come il tuo, sono merce più rara.

diavolo ha detto...

Ahahah grazie... Comunque per quanto possa scrivere più o meno bene le foto porche mi piacciono oltremodo.

Anonimo ha detto...

il mio primo ricordo erotico risale a i miei due o tre anni. Ricordo una scarpa che mi faceva dondolare come un cavalluccio

diavolo ha detto...

Siamo ai limiti del feticismo, Adorabilissima? :)

Anonimo ha detto...

ritorna da me quando vuoi e grazie per il 1000

baci
sensualvanity