giovedì 31 maggio 2007

Il medico delle donne

Mamma mi ha sempre raccomandato di essere gentile con le signore. Mamma mi ha sempre detto che una donna non si sfiora nemmeno con un fiore. Mamma mi ha spiegato tutto delle cose sporcaccione, di quelle cose che i maschi che non riescono a controllarsi vorrebbero fare alle brave ragazze. E mi ha fatto promettere di rispettare le brave ragazze e di evitare quelle che ci stavano prima del matrimonio, le cattive ragazze che non si sposeranno mai e rimarranno incinte, malate e sole. Io volevo bene alla mia mamma e le ho dato retta rimanendo signorino, stando in casa con lei, evitando le cattive ragazze e laureandomi con lode in medicina e chirurgia. Lei ne è stata così orgogliosa.

Ancora adesso che ho un mio studio e sono un affermato professionista ho presenti i suoi insegnamenti e faccio del mio meglio per essere gentile con le signore, delicato e pieno di premure. E a giudicare dal loro numero e dalla soddisfazione con cui mi frequentano e dall'assiduità con cui si presentano ai controlli, non posso che compiacermi.

Il sesso femminile è come un fiore, con petali e pistilli pronti ad aprirsi al primo raggio di sole che dia loro calore e luce. Trasuda miele odoroso, è deliziosamente morbido e accogliente, è un nido e un rifugio nello stesso tempo; ma questo io l'ho capito molto dopo, dopo che mamma è morta e io sono rimasto solo. E specializzarmi in ginecologia mi è sembrata l'unica maniera per onorare degnamente la sua memoria, sempre presente nei miei pensieri con le sue premurose raccomandazioni. Per non tradire i suoi insegnamenti, mi dedico esclusivamente alle signore sposate.


Io ho un dono. Le mie dita non visitano, ma sfiorano e accarezzano. Titillano. I miei strumenti medici non invadono nè violano ma indagano con delicatezza e, se necessario, penetrano con competente decisione. Certo, di primo acchito il mio modo di agire suscita perplessità. Ho udito innumerevoli espressioni di sorpresa, tramutatesi poi in piacevoli commenti e via via in entusiastiche esclamazioni. Ho anche ricevuto richieste di controlli più accurati, più approfonditi se vogliamo, ripetuti nel tempo se non nella stessa sessione di visita e sempre ho ottemperato ai miei doveri. Perchè una signora soddisfatta, dico io, una signora che ha goduto dei miei servigi, è una signora che tornerà e spargerà la voce fra le amiche.


Qualcuna mi ha proposto di continuare le sedute in separata sede ma mi sembrava di tradire la memoria della mia povera mamma. Non ci riesco. Io non riesco a... avete capito. Io non ho mai penetrato quel morbido e caldo rifugio, se non con le dita. Perchè io posso solo toccare.

Certo, quando torno a casa la sera, la solitudine mi pesa un po'. Ma la certezza di aver adempiuto ai miei doveri professionali con scrupolo mi solleva. Letteralmente. L'immagine delle visite della giornata mi accompagna prima di addormentarmi. Allora le mie mani così pazienti e dedite alle mie signore diventano meno pazienti e dedite solo a me stesso . E per quanto mi sforzi di resistere, il ricordo di quei fiori aperti e stillanti, di quei visi sorpresi e appagati e di quei sospiri languidi mi insegue e io non posso fare a meno di... toccarmi. Ma ogni volta mi pento, mi pento e ti penso, mamma.

E poi il giorno dopo si ricomincia. Perchè è il mio lavoro e che cos'è un uomo se non il mestiere che professa? E anche perchè in fondo sono orgoglioso del nome che mi hanno dato le mie signore: io sono il medico delle donne.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho sbagliato mestiere... Ma nella realtà, come sarà fare il ginecologo? Secondo me ci sono anche dei lati negativi (meschina consolazione!)

diavolo ha detto...

Infatti, secondo me il mestiere ideale non è fare il ginecologo ma interpretare il ginecologo in un film porno.