venerdì 1 giugno 2007

Una birra insieme

“Sounds good!” – “Va bene!”. Il mio inglese è imbarazzante ma, da quando un paio di settimane fa una ragazza americana s’è trasferita a vivere al mio stesso pianerottolo, ho ritenuto che fosse il caso di ripigliare la grammatica, toglierle le ragnatele, e prepararmi un discorso verosimile (e comprensibile) per abbordarla non appena l’avessi incontrata da sola, ovviamente per caso… Così quando ieri ho aperto il portone nel momento stesso in cui lei stava entrando (giuro che non m’ero appostato), sono riuscito senza sforzo apparente a chiederla se era appena arrivata e se le andava che più tardi in serata salissi da lei con un paio di birre. Se non aveva niente da fare, ovvio. E lei non aveva niente da fare, e quindi tutta contenta risponde: “Sounds good!”.
Tutta contenta come solo le americane sanno essere. Brittney (mi ha spiegato, dopo, che all’anagrafe la mamma l’ha scritto così, con la doppia t, quindi tanto per dire non come Britney Spears) viene da Atlanta (Georgia) e insomma – sarà pure leggermente tracagnotta, parlerà pure ad alta voce, vestirà in maniera surreale e si truccherà con estrema fantasia – però ha sempre il vantaggio di non essere una delle solite ragazze europee (e peggio ancora italiane) involute, self-obsessed (un’altra parola che mi ha insegnato lei), intellettuali e un po’ stronze. Se Brittney pensa una cosa, la dice; se prova un sentimento, lo esplicita; se le viene un’idea, ti chiede cosa ne pensi.
L’idea che le era venuta, ieri sera dopo mezz’ora di chiacchiere vuote, è stata quella di farsi scivolare un po’ di birra sulla maglietta e poi iniziare ad avvolgere con le labbra il collo della bottiglia di Carlsberg, lanciandomi uno sguardo inequivocabile e per giunta, temendo di non essersi spiegata, chiedendomi: “Che ne diresti di…”Forse perché ero troppo carico, forse perché da due settimane mi sveglio ogni mattina con un’erezione dedicata a lei, non me lo sono fatto dire due volte – anzi, non ho manco aspettato che finisse di parlare per tirare fuori dalla zip un’erezione più che decente. Ma lei ha riso, sorprendentemente, e mi ha porto la bottiglia. Allora ho capito. Gliel’ho svuotata addosso, mentre lei con la lingua protesa cercava di trattenere la birra che non le finiva sulla maglietta e, nel frattempo, ha aperto le gambe. Poiché quando l’avevo incontrata al portone indossava dei jeans, mentre ora aveva degli short piuttosto larghi e facili da scostare, ho capito che doveva essersi preparata per bene all’incontro, e averci pensato a lungo mentre io prendevo le birre. Quando la birra è finita ho avvicinato il collo della bottiglia alla sua fica, ubbidendole nel momento stesso in cui mi diceva di metterglielo dentro.
Dapprima mi sono contenuto, ho lasciato che la bottiglia la penetrasse gentilmente e solo parzialmente – in fin dei conti ero ospite di una persona con cui non avevo ancora tanta confidenza. Ma quando ha detto, senza mai smettere di sorridermi e di sembrare a perfetto agio, che voleva che mi impegnassi di più, ho fatto in modo che non solo il collo ma quasi tutta la bottiglia le sparisse dentro. Allora ha fatto una cosa che non mi sarei mai sognato: ha iniziato a grugnire. Sarà che era tracagnotta, ma la scena di lei che grugniva come un maiale, peraltro con un notevole talento, mi è parsa assurdamente eccitante e mi ha fatto risorgere l’erezione che la sua risata (e soprattutto il suo preferire una bottiglia al mio cazzo) aveva fatto calare. Lei allora, dicendomi di non fermarmi, s’è spostata quel tanto che bastava a consentirle di prendermi il cazzo in mano e avvicinarlo al suo collo ancora gocciolante di Carlsberg. Più agitavo la bottiglia dentro di lei, più lei col palmo della mano strofinava il cazzo sul suo collo: la posizione era scomodissima e per certi versi preoccupante, oltre che molto poco educata, e poi il mio inglese era ancora abbastanza imbarazzante da non consentirmi di capire cos’ha urlato dopo cinque minuti di quest’intensità. Qualcosa che aveva a vedere con me, Dio, la merda e il timore che perdessi la presa e facessi scivolare la bottiglia dentro di lei. Invece sono stato pronto e, nonostante i suoi sobbalzi, l’ho trattenuta e l’ho estratta; ma a vederla venir fuori tutta sporca non ho resistito e le sono venuto sul collo. Brittney ha riso. In dieci minuti avevamo combinato un macello incredibile, sul pavimento, e si sentiva distintamente l’odore di birra e di sborra mischiate assieme. Bisognava pulire, e mentre lei si raddrizzava gli shorts io mi sono avvicinato al bidone della spazzatura per buttare la mia bottiglia mezza piena e la sua, calda e vischiosa. Ma Brittney, con l’aria positiva che solo un’americana può avere costantemente, mi ha detto: “Quella non buttarla, voglio conservarla”; allora sono stato io ad esclamare: “Sounds good!” - “Va bene!”

10 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie per la visita e i complimenti...
mi pare che se anche per il compleanno ti regalano solo maglioni, il resto dell'anno le cose vadano meglio...
brindate alla mia la prossima volta...
ti bacio

Anonimo ha detto...

certo che è "Sounds good!” ci mancherebbe
(da noi si dice una bella trombata, credo che alla fine l'intento sia il medesimo)

diavolo ha detto...

@ Satin: allora farò come il cappellaio matto, che festeggiava i non-compleanni.
:)

@ Mariagraxia: sì, hai colto nel segno, a Brittney volevo anche fare un corso accelerato di italiano sconcio.

Anonimo ha detto...

Bel post, con argutissime osservazioni sulle americane(e sulle italiane...)
Non so se è vero o se si tratta di opera di fantasia: ma ciò, in fondo, conta poco.
PS avevo aperto un blog su questa piattaforma, ma non mi riconosceva la passord e poi non ero capace di linkare altri blog e di farmi conoscere un pò. Insomma, era un ghost blogg...

Anonimo ha detto...

azz...è da due ore che tentavo di commentare!

diavolo ha detto...

@ AnneHeche: due ore? ti ringrazio per la tua perseveranza, allora, e ti mando un bacio.

Anonimo ha detto...

Hai ragione, le Americane sono molto più "semplici" delle ragazze nostrane, ma forse è per questo che hanno anche meno fascino. Comunque 1 birra in compagnia non si rifiuta mai! ;-)

Alberto ha detto...

sti cazzi :D
w le americane.
brittney avrà urlato qualcosa del tipo OH MY GOSH, WHAT A MOTHERFUCKING BULLSHIT e cose del genere :D

Anonimo ha detto...

ahahah scusa ma sto ridendo ancora per la definizione delle italiane :-D

... ora continuo la lettura ;-)

diavolo ha detto...

@ fbianki: basta, dobbiamo emigrare in Nuova Caledonia! O in Lettonia, no?

@ rodmanalbe: bravissimo, le hai tolto le parole di bocca.

@ ado: ovviamente ci sono delle donne italiane ed europee che sfuggono alla definizione che ne ho dato... com'è andato il resto della lettura?