venerdì 8 giugno 2007

Per Antonio

Quella sera ci siamo incontrati per la prima volta. Presentati. Stretti la mano. Un viso simpatico, mi sono detta. Per favore, fa' che almeno abbia un viso simpatico e sorridente, che devo fare questa esperienza o scoppio e non potrei sopportare scocciature. Hai un bel sorriso. Ispiri fiducia. Mi guardi la scollatura oltre il golfino. Bene. Cominciamo bene. Più tardi confesserai che stavi valutando quanti strati di vestiti potessi avere addosso.


So che mi stai soppesando con lo sguardo. Ti stai domandando cosa verrà fuori da questa serata. Io lo so. Quello che non so è il quando e il come. Conversiamo del più e del meno. Lavoro, amicizie, aneddoti: spalmiamo un leggero strato di vernice sociale, così, per non essere dei perfetti sconosciuti. Ti faccio camminare. Parliamo, parliamo, parliamo.


Ci fermiamo davanti alla vetrina di una galleria d'arte. Ti attira (?) un dipinto erotico, per nulla allusivo, una donna seminuda a cosce aperte che guarda sfrontata il suo interlocutore. Sono imbarazzata e quando dichiari che ti eccita e mi guardi diritta negli occhi, mi allontano. Non sono brava negli approcci, nel decifrare segnali, nel cogliere appigli; mi trovo a disagio nei balletti di corteggiamento. Posso solo andare alla meta, diretta, lasciando da parte le infiocchettature.


Passeggiamo ancora. Rifiuto ogni offerta di fermarci a bere qualcosa. Se deve succedere, voglio che succeda presto, senza sprechi di tempo.


Ci fermiamo in un punto particolarmente panoramico. Pioviggina e apro il mio minuscolo ombrellino . Ti avvicini e mi prendi a braccetto mentre chiacchiero a vanvera sul duomo e la sua architettura gotica e poi non ce la fai più e mi baci. Mi metti la lingua in bocca ed è più un assalto che un bacio.


Ecco. Ora è tutto più chiaro.


Vorresti toccarmi un seno, ma non è il posto adatto. Rispondo al tuo bacio ma mi sento strana, irreale, come se non stessi facendo quello che sto facendo. Tu stesso sei strano, un alieno, ma dove ti ho pescato? Non ti conosco. Mi dico che è normale, che devo solo rilassarmi.


Camminiamo veloci verso il parcheggio. Via la patina di socialità, via le chiacchiere, vuoi solo un posto dove baciarmi in pace, dici. Saliamo sulla tua auto e mi metti le mani sotto il golfino, sei impaziente. Ti chiedo di andare da un'altra parte, non mi sento sicura. Parti sgommando, paghi il parcheggio e ti dirigi fuori città, verso la campagna. Ci fermiamo su una stradina laterale. E' buio pesto, appena un po' di luna fra le nuvole, lasci accese solo le luci del cruscotto.


Così mi sento più a mio agio. Non puoi vedermi in viso, non puoi capire se arrossisco.


Ci baciamo. Mi tocchi il seno sotto la maglietta, sento che sospiri. Non mi lasci la lingua, mi stringi i capezzoli e mi fai quasi male, non riesci a dosare la forza. Mi slacci il reggiseno e mi prendi entrambe le mammelle fra le mani, mi stuzzichi con i pollici e adesso sospiro io. Mi faccio coraggio e ti tocco attraverso la stoffa dei pantaloni. Sei di granito. Slaccio la cintura, abbasso la zip e lo tiro fuori. E' tutto nuovo e strano e tuttavia familiare. Mi proponi di andare sul sedile di dietro.


Ti togli i calzoni e i boxer e lo prendo in bocca. Così, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se non facessi altro da una vita. Proprio io. Lo lecco, lo succhio, lo tocco. Sto imparando e mi muovo più con l'intento di apprendere che con il desiderio di farti godere. Ad un certo punto mi fermi e prendi un fazzoletto, sei imbarazzato. Ti pulisci, sei venuto e non sai se mi piace ingoiare. Non lo so neanche io, ma di sicuro avrei provato e te lo dico.


Parliamo un po', poi mi guardi in modo nuovo. E' desiderio. Dio, che bello, è la prima volta che vedo uno sguardo così. Plateale e limpido. Ci spogliamo senza dire una parola, in fretta e urtandoci di continuo per via dello spazio esiguo. In un attimo mi sei sopra e non faccio a tempo a dire che non so se me la sento di avere un rapporto completo e tu a rispondermi che ti fermerai se non voglio, che già mi sei dentro, già ti ho tirato dentro.


Ti fermi, mi guardi. Sono distesa sul sedile, i capelli sciolti e sparsi, e nel cono di luce della luna mi sento assolutamente scoperta e vulnerabile. Ma non me ne importa nulla, ho il tuo cazzo dentro e voglio sentire, voglio sentire bene. Ti muovi e gemo ad ogni spinta. Non sono mai stata così viva. Mi guardi godere, ansimare, cercare di muovermi e assecondarti. Ti imploro di spingere, di spingermelo dentro sempre di più, di farmelo sentire bene. Mi eccita sentirti mugolare, il tuo odore - odore di sesso e di pulito - mi piace, mi piace da morire. Ti guardo venire una seconda volta, hai gli occhi chiusi, ridotti a due fessure, e un'espressione di piacere intenso sul viso. Sono io che ti sto dando tutto questo godimento, vero? Non l'avrei mai ritenuto possibile. Non senza amore, non senza un po' di sentimento o un pizzico di affetto. O al limite una vaga conoscenza.

Ti accucci sopra di me e cerchi di riprendere fiato. Mi riempi il viso di piccoli baci, mi guardi e mi dici che sono davvero una bimba, così giovane. Che sono bellissima. Ti sento battere il cuore. Sono curiosa di ogni tua espressione, di ogni gesto.

E poi ti zittisci e mi guardi di nuovo in quel modo così particolare e vuoi ricominciare tutto: i baci, le lingue che si succhiano, le dita dentro la fica e nel culo, il cazzo di nuovo dentro di me, le tue spinte, i tuoi ululati di piacere, i miei gemiti che poi diventano urli, le tue mani conficcate sui fianchi a tirarmi sempre più vicino, la cappella gonfia che struscia contro le mie pareti e la sensazione di essere desiderata, desiderabile, l'unica donna che ti tira il cazzo da morire, come mi hai detto una volta.

Avresti continuato all'infinito, lo so. E io con te. Ma scopare e basta non è sufficiente, alla lunga.

Ciao Antonio.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

bello e soprattutto vero il finale.

ps... volevo invitarti nel blog pvt ma non hai un profilo splinder...

Anonimo ha detto...

Game over per Antonio?

diavolo ha detto...

@ Ado: infatti stiamo pensando di aprire un account anche su Splinder, altrimenti ci perdiamo troppe cose gustose... come il tuo blog privato ;)


@ Fbianki: Mi sa di sì, poveraccio.

acquasanta ha detto...

Macchè poveraccio. Chi è causa del suo mal, pianga se' stesso...

acquasanta ha detto...

Ado, se diavolo è così gentile da aprire un profilo slinder, sarà un piacere leggerti anche nel blog privato. Grazie.

diavolo ha detto...

@ Acquasanta e @ Ado: Diavolo aprirà il profilo su splinder non solo perché è gentile ma soprattutto perché è curiosissimo.

;)